Il boom della
grafica
La grande ripresa economica del
dopoguerra apre la strada alla comunicazione visiva, che acquista un’identità
nuova e definita
Gli anni
Cinquanta sono gli anni della ricostruzione e del boom economico. Uno sviluppo
che ha un enorme impatto anche sul ruolo della grafica, poiché le aziende
iniziano a intuire quanto sia importante investire
sulla propria immagine e su quella dei prodotti. La creazione di marchi e
logo, di pubblicità e di confezioni coordinate e riconoscibili dal grande
pubblico acquista un valore autonomo ed è affidata ad esperti, il cui
linguaggio è quello della grafica.
Colore e sobrietà
Lo stile
grafico degli anni Cinquanta si basa su fondi
di colore omogeneo, sopra ai quali vengono collocate illustrazioni, spesso
scontornate, da sole o associate a testi. Da un punto di vista cromatico
vengono spesso utilizzate due tinte
contrastanti (o complementari, cioè agli opposti nella ruota cromatica e le
cui lunghezze d’onda unite danno il bianco nella sintesi additiva), ognuna
delle quali è supportata da uno o più colori analoghi, vicini sulla ruota.
L’immagine è ancora al centro
Nei
manifesti, negli annunci e nelle pubblicità domina ancora l’immagine figurata,
ma a differenza dei motivi più decorativi, prevale un’impostazione con
illustrazioni sintetiche e a effetto. Al cartellonismo pittorico dei primi anni
del Novecento si sostituisce e si afferma un’immagine più libera, disegnata in
maniera informale e sempre attraversata da una vena umoristica e surreale.
Coca cola
Questo manifesto pubblicitario per
la Coca-Cola è un esempio dello stile cromatico degli anni Cinquanta. I due
colori principali (il rosso del bollo che racchiude il logo e il verde dello
sfondo) sono complementari. A sostegno di queste cromie si trovano da una parte
la camicetta e dal’altra la gonna della ragazza, in tinte più tenui, ma
analoghe ai principali.
” IL GRAPHIC DESIGN È IL PUNTO D’INTERSEZIONE
TRA L’ARTE E LA COMUNICAZIONE.” Philippe Apeloig
L’illustrazione e il disegno diventano uno
stile visivo molto condiviso nella pubblicità e negli annunci. È anche una
risposta alla sempre maggiore diffusione delle tecniche fotografiche e all’uso
delle immagini di ripresa nella comunicazione visiva.
Semplicemente Famoso
Nasce in Svizzera, nel 1957, quello che
diventerà uno dei font più famosi e usati al mondo, l’Helvetica.
L’idea iniziale è di Edouard Hoffman, della tipografia Haas, il quale decide di
aggiornare L’Akzidenz
Grotesk ( un carattere risalente al 1896 ), mantenendone
però intatto il senso di ordine e pulizia. Hoffman affida al designer Max
Miedinger il compito di progettare la nuova versione, battezzata con il nome Neve Haas Grotesk. Il font,
estremamente lineare, razionale e neutro, viene tanto apprezzato da diventare
il simbolo stesso della grafica elvetica, diffondendosi rapidamente in tutto il
mondo e riscuotendo uguale consenso da parte di grafici tradizionali e
creativi. Prima di varcare i confini svizzeri la nuova famiglia di caratteri
cambia nome ancora una volta, diventando universalmente nota appunto come “Helvetica“.
Dalla
rivista: Graficamente – per la pubblicità, la stampa, il web – De Agostini Editore,
a. 2011 n.1 pg: 18-19
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