In un decennio di trasformazioni
epocali, la grafica emerge come linguaggio in grado di rispondere alle
rinnovate esigenze di comunicazione.
Negli
anni Trenta la comunicazione, che in questo periodo è soprattutto stampata,
assume sempre più una vocazione di tipo propagandistico
o pubblicitario. In questo contesto,
la grafica assume la fisionomia d’un settore professionale autonomo, con una
cultura specifica e regolato da procedure e tecniche precise.
La Rinascente
Battezzata “La Rinascente” dal poeta Gabriele D’Annunzio nel 1917, questa azienda raccoglie attorno a sé diversi artisti come Marcello Dudovich, autore del manifesto qui sopra.
Professione grafica
Il
processo di definizione del messaggio e la sua resa in parole e immagini
vengono definiti secondo parametri concreti e oggettivi, lasciando meno spazio
all’intuizione personale rispetto a quanto avveniva in passato.
Se nei
regimi totalitari la creatività sfocia soprattutto nello sviluppo di manifesti
di propaganda, divise, insegne o allestimenti per cerimonie ufficiali, gli
stati democratici sfruttano la comunicazione di massa per diffondere e
promuovere l’immagine delle aziende e dei nuovi prodotti che appaiono sul
mercato, destinati nel tempo a diventare delle firme inconfondibili.
Creatività italiana
Durante i
primi Anni Trenta l’industria italiana registra un forte progresso, in
particolare nel settore automobilistico
con Fiat e Alfa Romeo nella parte del leone anche a causa della politica
autarchica: risale al 1936 l’introduzione sul mercato della Fiat 500,
inizialmente nota come “Topolino” che infrangerà un record di vendita dopo
l’altro fino alla metà degli anni Cinquanta. La pubblicità da il suo contributo
con campagne mirate, che riprendono gli stilemi grafici dell’epoca tratti
“disegnati” con pochi elementi che si inseriscono su fondi omogenei e sfumati,
mentre il testo è spesso inclinato e deformato, divenendo anch’esso elemento di
decoro grafico. Il 1933 è l’anno di nascita dello Studio Boggeri, la prima
agenzia grafica italiana che annovererà tra le sue file numerosi designer
nazionali e stranieri, da Max Huber, a Erberto Carboni, Xanti Schavinsky, Marcello Nizzoli e Bruno Munari. La vena
artistica dei grafici di Boggeri collocherà l’agenzia fra le più famose in
Italia e nel mondo: tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta lo
Studio Boggeri avrà i suoi clienti aziende del calibro di Damine, Glaxo,
Olivetti, Pirelli e Roche. Nello stesso anno nasce Campo Grafico, una rivista destinata a influenzare fortemente il
modo di fare pubblicità grafica moderna e le nuove forme di impaginazione. La
sperimentazione tecnica di Campo Grafico
si estende anche ai caratteri tipografici, che assumono un rilievo sempre
maggiore.
“Le
grandi idee sono ciò che rimane del passato e ciò che farà la differenza nel
futuro”. Acne Group
Dalla
rivista: Graficamente – per la pubblicità, la stampa, il web – De Agostini Editore,
a. 2011 n.3 pg: 18-19
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